![]() Ma poteva mancare l'argomento "Montagna ed Alpinismo" a questa raccolta di contenuti e risorse per la didattica a distanza? Certamente no! E quindi qui di seguito troverete dei gran bei film, ognuno dei quali è preceduto da una breve presentazione! Naturalmente si tratta di film ad accesso libero e gratuito, e questi sono tutti su Youtube. Nordwand, una storia vera E' un bel film di alpinismo storico. Bello perché sono pochi i film di alpinismo credibili da un punto di vista tecnico. In questo film invece i materiali, le tecniche di arrampicata, le attrezzature ed i luoghi sono tutti assolutamente veri. Il film racconta uno dei tentativi di conquista della Parete Nord dell'Eiger, in Svizzera. E' un luogo leggendario per l'alpinismo mondiale. Tutti i più grandi alpinisti del mondo si sono cimentati con quella parete, e decine di loro lì vi hanno lasciato la vita. E' un luogo di leggenda e per uomini leggendari. Da un punto di vista geografico l'immensa parete, esposta a nord e quasi sempre in ombra, raccoglie l'aria calda e umida proveniente dalle valli sottostante, che a contatto con le pareti ghiacciate condensa e dà luogo a tremendi temporali, seguiti da valanghe, frane e cascate d'acqua. A differenza di altri luoghi dalla verticalità estrema, più distanti dai centri abitati e meno facilmente raggiungibili, tutto quel che accade in parete è visibile da Grindelwald, da Salzegg e da altri punti di osservazione. La Parete Nord dell'Eiger è il fulcro di mille storie affascinanti, storie di eroismi e di dolore, di sacrifici e di morte, di sfide ai limiti del corpo e della mente dell'uomo. Tra i film che le sono collegati, anche se in maniera indiretta (e non vi dirò il perché, vediamo se qualcuno lo scopre), c'è il notissimo "Sette anni in Tibet". Torniamo al nostro film: la qualità del video e dell'audio è buona, gli attori sono molto bravi e come ho già detto vi è una grandissima fedeltà nella ricostruzione storica, cronistica e tecnico-alpinistica. Questo film inoltre racconta un aspetto importante della storia del '900: descrive perfettamente il clima della Germania nazista appena prima dello scatenarsi della II Guerra Mondiale. E racconta dei tentativi tedeschi di affermare attraverso lo sport la loro presunta supremazia mondiale: attraverso l'organizzazione delle Olimpiadi di Berlino ma anche e soprattutto attraverso i tentativi di conquista delle vette più alte e impegnative, sia in Europa (come l'Eiger di questo film) che nella catena dell'Himalaya. Sono argomenti che a pieno titolo fanno parte del programma di studio delle classi Quinte, e che pertanto vi suggerisco di seguire con attenzione: da questo film potrebbero nascete nuovi spunti e collegamenti per i vostri studi riferiti a questo periodo della storia europea. Ingrandite a tutto schermo e buona visione! .............................................................................................................................................................................................. Zabardast: sci estremo sull'HimalayaUsciamo dalla Storia e veniamo alla contemporaneità con questo bellissimo film documentarioprodotto da un gruppo di ragazzi francesi: alpinisti di grandissimo livello ma soprattutto sciatori dell'estremo, alla ricerca di discese impossibili per i comuni mortali. Nel film sono descritti i preparativi per una spedizione himalayana, il suo svolgimento, le immagini di luoghi straordinari e le loro prestazioni atletiche di eccezionale difficoltà. Ma soprattutto è importante osservare e capire come il sogno di un gruppo di ragazzi si trasforma, attraverso l'impegno e la fatica, nella realtà di una indimenticabile avventura. Della catena himalayana sono note soprattutto le grandi montagne, le più alte della terra. Sono tutte in Himalaya le 14 vette oltre gli ottomila metri esistenti al mondo: Everest, K2, Kangchenjunga, Lhotse, Makalu, Cho Oyu, Dhaulagiri, Manaslu, Nanga Parbat, Annapurna, Gasherbrum I, Broad Peak, Gasherbrun II. (Se volete saperne di più, potete cominciare da qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Ottomila) Ma oltre ai 14 colossi della Terra, la catena himalayana è composta da decine di migliaia di montagne appena più basse, molte delle quali ancora nemmeno mai scalate, e soprattutto di straordinaria bellezza, come quelle che compaiono in questo film-documentario. Ingrandite a tutto schermo e buona visione! ............................................................................................... Il Cerro Torre, l'Urlo di Pietra Sono stati scritti centinaia di libri per tentare di descrivere la bellezza del Cerro Torre. I grandi alpinisti del '900 che riuscivano a spingersi fino in quelle terre così lontane potevano riportare solo qualche disegno e qualche foto in bianco e nero. In quel clima estremo di freddo, umidità, vento e ghiacci, le pellicole fotografiche e la carte dei quaderni si deterioravano facilmente. Oggi tutto è cambiato: le previsioni del tempo satellitari permettono agli alpinisti ed agli esploratori di muoversi in assoluta sicurezza. La preparazione atletica e le moderne attrezzature hanno diminuito di infinite volte il peso e i volumi del materiale indispensabile per questo tipo di avventure. Delle semplici telecamerine automatiche, fissate sulla sommità dei caschi o piazzate su un drone, ci permettono di vedere queste immagini di straordinaria bellezza. Spero che alle nuove generazioni il fatto di avere tutto a portata di mouse non spenga quel senso di assoluta meraviglia che non può non pervadere chi guarda le immagini di questi territori con consapevolezza. Cercate di apprezzarne l'assoluta bellezza, le incredibili dimensioni, gli abissi verticali. E non crediate dai volti sorridenti dei giovani alpinisti che si tratti di imprese alla portata di tutti: chi scala il Cerro Torre non sono del tutto sicuro che appartenga alla categoria degli umani! E' più atleta del migliore atleta che vi possa venire in mente. A voi il Cerro Torre, l'Urlo di Pietra! Per
approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cerro_Torre
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Il corpo, il movimento e le diverse abilità I due video presentati in questa sezione richiamano l'intervista-lezione a Bebe Vio pubblicata nella home page della nostra didattica. Come già anticipato in quella sede, numerosi studenti hanno mostrato grande interesse agli argomenti delle diverse abilità, degli sport paralimpici ed anche e soprattutto alle possibilità ed alle risorse della mente umana anche in presenza di gravi limitazioni del movimento. Nick Vujicic susciterà immediatamente il vostro interesse e la vostra simpatia. La sua conoscenza, anche se attraverso dei video, ci arricchirà nella mente e nel cuore. Il primo video vi permetterà un primo incontro immediato con Nick. E' un manager, un atleta, un attore, un insegnante, un conferenziere. Lo apprezzerete in pochi minuti. Il secondo video è invece un cortometraggio che ha bisogno di qualche parola di contestualizzazione per essere ben compreso. Forse vi chiederete: perché un circo? Cosa c'entra un circo? Perché questo film presenta addirittura due circhi diversi? Perché una persona diversamente abile dovrebbe avere a che fare con un circo? La spiegazione sta nelle pagine della Storia: nel corso dei secoli i bambini che alla nascità o nei primi anni di vita non presentavano caratteristiche "di normalità", o presentavano evidenti segni di patologie (dai disturbi del comportamento alla mancanza di arti o al malfunzionamento di organi e apparati), non trovavano sistemi medici o sociali in grado di prendersi cura di loro. Ricorderete che sorte seguivano i fanciulli spartani che non erano in grado di dimostrare di poter diventare dei forti guerrieri. Quando non direttamente uccisi ad opera dei genitori, o sottoposti a prove di valore dai quali non potevano uscire vivi, in tanti luoghi, civiltà e situazioni i bambini "problematici" venivano semplicemente abbandonati. Sempre la Storia ci riporta più di una vicenda di neonati lasciati andare alla corrente di un fiume, oppure abbandonati in un bosco. Pochissimi fortunati sono riusciti a sopravvivere, perché rinvenuti da persone caritatevoli o addirittura adottati da animali. La stragrande maggioranza di loro terminava in maniera tragica la loro breve vita. Cosa c'entra con questo il circo? Negli ultimi due o tre secoli è accaduto che le compagnie circensi adottassero persone in possesso di gravi menomazioni, deformazioni o particolari caratteristiche fisiche e le trasformavano in "attrattive di spettacolo": i circhi esibivano la "donna baffuta", la "donna cannone", coppie di gemelli siamesi, persone completamente tatuate, persone estremamente magre o estremamente obese, estremamente alte o estremamente basse, portatori di una vasta gamma di patologie, e così via. Potrà sembrare una pratica estremamente crudele, e sicuramente lo è, ma in mancanza di altre possibilità di accoglienza e sopravvivenza i circhi hanno rappresentato per non poche persone in situazioni e condizioni disperate i luoghi dove hanno potuto svolgere la propria vita. Per questo motivo il cortometraggio qui presentato "The Butterfly Circus" è, appunto, ambientato in un circo. Chi volesse approfondire la vita e le attività di questo straordinario personaggio può cominciare dalla lettura della pagina di Wikipedia a lui dedicata. Digitando il suo nome su Youtube troverete inoltre molti altri video che documentano tutte le sue iniziative. https://it.wikipedia.org/wiki/Nick_Vujicic Completo queste riflessioni, che potremo approfondire durante le videolezioni, con altri due video che troverete appena sotto. Il primo è un film completo in lingua originale inglese, "Freaks", un'opera cinematografica del 1932 che tratta appunto, con una modalità espressiva estremamente dura e realistica per l'epoca in cui è stato prodotto, proprio il fenomeno delle persone "diverse" e del loro sfruttamento ai fini dello spettacolo. Si tratta di un film celeberrimo, conosciuto e apprezzato da ogni esperto o appassionato di cinema. Se avete del tempo libero vi consiglio di guardarlo. E' un'opera che chiunque in futuro si occuperà di arti e discipline dello spettacolo, così come di sociologia, di storia ed anche di medicina, non potrà che incontrare di nuovo. Il secondo video è semplicemente una parentesi di poesia in forma di musica: "La donna cannone" di Francesco De Gregori. Buona visione! |
Una proposta di
studio per le classi del Quinto Anno: Lo sport come strumento di propaganda dell'ideologia e del potere politico ![]() Chi ha visto il film Nordwand- Parete Nord, pubblicato poco sopra, avrà capito che le motivazioni per la scalata della parete nord dell'Eiger andavano ben oltre le aspirazioni personali degli alpinisti protagonisti della storia, e che questi hanno subito pesanti pressioni, esercitate attraverso la stampa ed altre forme di convincimento, da parte dei vertici del partito nazista. La vicenda, della quale il film riporta magistralmente e in maniera assolutamente veritiera ogni suo aspetto, è accaduta nel 1936. Lo stesso anno in cui il regime nazista tentò in un altro modo, ma sempre attraverso lo sport, di imporsi al mondo: l'organizzazione delle Olimpiadi di Berlino. A più di 80 anni di distanza la quasi totalità delle immagini di cui disponiamo di quell'evento, e di conseguenza tutto quello che ne sappiamo (e non è poco), lo dobbiamo a un grande personaggio della cultura del '900. Il suo nome è Leni Riefenstahl. Danzatrice, alpinista, fotografa, regista, questa donna ha lasciato una traccia inconfondibile in tutto ciò di cui la sua incontenibile curiosità l'ha portata ad occuparsi. Le sue tecniche di ripresa cinematografica hanno fatto scuola nei decenni successivi, così come i suoi reportage fotografici. Per avere un quadro iniziale di questa Autrice vi invito a leggere quello che Wikipedia mette a disposizione su di lei: https://it.wikipedia.org/wiki/Leni_Riefenstahl L'opera per la quale è universalmente nota è stata la regìa dei film-documentari sulle Olimpiadi di Berlino, con riprese effettuate sia prima che durante i Giochi Olimpici. Leni Riefenstahl fu maestra nella creazione di immagini caratterizzate da una forte ricerca estetica, così come in quelle più documentaristiche e addirittura tecnico-sportive. Il suo film "Olympia", diviso nelle due parti "Olympia - Festa dei Popoli" e "Olympia - Festa della Bellezza" è considerato uno dei 100 film più importanti nella storia del cinema. Ne potete vedere qui sotto una versione in lingua originale tedesca con sottotitoli in inglese, divisa nelle sue due parti. Non è però la versione completa: è stata effettuata una censura di questo film, con la eliminazione delle scene che riprendevano le bandiere con le svastiche. Sempre su Youtube è disponibile la versione completa, per vedere la quale però occorre accedere con account registrato a dimostrazione della maggiore età. Quella della censura attuata su alcune parti di opere storiche rappresentanti simboli di ideologie criminali, rappresenta un argomento molto discusso e molto aperto tra gli storici e gli intellettuali. Posso solo dire che l'assenza di quelle scene non altera però, in questo caso, il senso complessivo dell'opera. Parleremo durante le videolezioni del rapporto tra ideologia, potere politico e sport, e come questo sia stato frequentemente utilizzato e strumentalizzato per finalità molto differenti dai suoi ideali originari. Tratteremo di quel che accadde durante le Olimpiadi di Berlino, riprenderemo il discorso sul cosiddetto "alpinismo di conquista", parleremo dei sistemi sportivi dell'Italia durante il fascismo, dell'URSS, della Germania Est, di Cuba. Nel frattempo vi invito, se non a vedere tutto il film Olympia, a guardarne quel tanto che vi servirà per comprendere il valore di questa creazione. L'uso dello sport, delle attività motorie e dell'educazione fisica nei regimi dittatoriali non è pratica che appartiene soltanto al passato, anche se recente. Oggi come in passato il movimento fortemente codificato, costretto dentro schemi imposti dall'esterno, viene ancora praticato in maniera tanto più rigida quanto più severa è la repressione messa in atto da un regime nei confronti dei suoi cittadini. Lo sport serve per preparare e addestrare il cittadino-soldato, ma soprattutto serve per ingabbiare, reprimere costringere, attraverso la costrizione del corpo, anche le coscienze dei cittadini. Attraverso i corpi che ubbidiscono a regole insensate si addestrano ad ubbidire alle stesse regole senza senso anche le menti. Ecco quindi il motivo di oceaniche adunate militari e paramilitari, ed anche delle scuole, ai tempi del fascismo e del nazismo. Ma le stesse attività, sotto forma di saggi ginnici, di cerimonie sportive e di eventi collettivi avvengono ancora oggi. Queste "coreografie" hanno nomi precisi ed hanno caratterizzato anche la nascita dell'educazione fisica italiana, quando venivano studiate ed applicate sia nelle accademie militari che in quelle di educazione fisica. Si chiamano schieramenti, ordinativi, marce da parata. Possono raggiungere anche elevate complessità, ed hanno anche una funzione positiva in certi contesti, come quello militare, dove un addestramento a compiere in sincronia ed all'unisono certi movimenti può avere sicuramente una pratica utilità. Da un punto di vista psicopedagogico addestrano alla disciplina, ma anche qui c'è la necessità di stabilire un limite tra addestramento e costrizione. Tre sono le leve motivazionali che inducono alla partecipazione a queste "opere collettive": il costringimento, il convincimento e la spontanea adesione. In quest'ultimo caso si può essere partecipi anche della creazione di lavori collettivi di grande interesse e soddisfazione, come vedremo nell'ultimo dei video di questa Unità. Ma guardiamo invece adesso un paio di esempi di grandi forzature del corpo e dei suoi movimenti, costretti in passi innaturali, faticosissimi, inefficaci. Si tratta di due momenti di recenti parate militari nella Nord Corea del dittatore Kim Jong Un. E il particolare passo eseguito dai militari sembra una caricatura esasperata di un altra caratteristica e famigerata andatura, il "passo dell'oca" dei nazisti. Sono manifestazioni espressioni di una pedagogia distorta, asservita al potere, che vuole abituare ed addestrare il cittadino a rinunciare alla sua individualità e a farsi numero nella massa, pronto come massa ad ubbidire agli ordini di pochi. Vediamo invece un uso creativo, per spontanea scelta di partecipazione, del lavoro sui sincronismi motori di gruppo. C'è comunque da dire che si tratta di espressioni motorie abbastanza lontane dalla nostra cultura recente e che esprimono l'adesione a modelli sociali e di organizzazione del lavoro basati sull'efficientismo e il costante sacrificio dell'espressione individuale a favore di quella collettiva. Sarebbe interessante estendere queste osservazioni e queste riflessioni anche alle dinamiche motorie degli sport di squadra (modelli di gioco basati su rigidi schematismi in contrapposizione ai modelli basati sulla fantasia e sulla creatività individuale, i primi ideati a tavolino, i secondi applicati sul momento in base al variare delle situazioni di gioco). La riflessione sulle differenze tra il movimento costretto e codificato e quello naturale ed espressivo potrebbe spingersi a piena ragione anche all'indagine delle differenze tra danza classica e danza contemporanea. Avremo modo di trattarne in futuro. |